Workshop 22.02.14
IL BENESSERE DELLA COLONNA VERTEBRALE
La colonna vertebrale è una struttura meravigliosa, molto complessa e misteriosa per molti. Sappiamo più o meno di avere delle vertebre, 33, ma quando ci sdraiamo a terra e proviamo a contare quante vertebre sentiamo contro il suolo ne possiamo sentire più o meno da due a dodici. Dobbiamo sapere che la colonna vertebrale comincia dal cranio, la prima vertebra (atlante) lo sostiene e che la nuca e le sue sette vertebre fanno parte della colonna. Anche la regione dorsale con le sue 12 vertebre da cui si articolano le 12 costole è molto spesso ignorata a meno che alcune più sporgenti non si facciano dolorosamente sentire. La zona lombare è la parte più conosciuta forse perché si hanno facilmente dei dolori in questa zona ma generalmente essa è arcuata e non c’è modo di sentire le 5 vertebre appoggiarsi al suolo. L’osso sacro appoggia al suolo, del minuscolo coccige si parla solo quando si cade sul coccige.
Scatola cranica, gabbia toracica, bacino sono tutti e tre articolati alla colonna vertebrale, ed hanno in comune il nome di ‘recipienti’. Pochi si rendono conto della somiglianza che c’è tra testa e bacino, entrambi arrotondati e capaci di piegarsi armoniosamente l’uno verso l’altro con l’aiuto delle vertebre che si incurvano sporgendo dal dorso se non vi sono zone morte che lo impediscono.
Stabilità e flessibilità
La colonna vertebrale è una delle strutture più forti del nostro corpo e deve assolvere a numerosi ed importanti compiti:
- stabilità: sostiene il tronco,
- flessibilità : consente tutti gli spostamenti del tronco e della testa;
- contenimento: protegge il midollo spinale.
Queste funzioni che sembrano in contraddizione tra di loro (stabilità- star fermi è il contrario di flessibilità-muoversi). Così questa struttura è forte ma anche complessa, con un controllo molto delicato.
Cominciamo a considerare la colonna vertebrale come sostegno, il pilastro di tutto il corpo, reso possibile dalla presenza di potenti legamenti e robusti muscoli. Quando la colonna vertebrale non è ben dritta, la sua capacità di sostenere il corpo diminuisce. In questo caso questo sostegno viene garantito da muscoli, previsti per altre funzioni. Quando l’asse verticale del corpo è spostato, la colonna vertebrale si curva, così i muscoli svolgono un lavoro diverso al posto delle proprie funzioni, come ad esempio cambiare posizione, cioè favorire il movimento. Per sostenere il corpo essi consumano un’energia aggiuntiva nel corpo. Il lavoro principale con la colonna vertebrale consiste nell’eliminazione della tensione e il rilassamento di zone problematiche, il che libera energia nel corpo.
Le curve della colonna vertebrale conferiscono alla colonna vertebrale la capacità di ammortizzare pressioni e sollecitazioni e sono, entro determinati range, fisiologiche. Alterazioni in aumento o in diminuzione delle curve costituiscono quadri patologici (ipo- e ipercifosi, ipo- e iperlordosi).
La flessibilità della colonna è legate alla sua articolarità e le possibilità di orientare la testa nello spazio, di piegare il corpo in avanti e di estenderlo in senso opposto, di fletterlo e di ruotarlo.
Altra funzione della colonna è quella di contenere proteggere il midollo racchiuso al suo interno, inoltre dalle vertebre fuoriescono innervazioni importanti che inviano e ricevono impulsi vitali.
La colonna vertebrale è quindi sostegno che, attutendo colpi e contraccolpi tramite le sue quattro curve fisiologiche, diventa anche responsabile del nostro equilibrio.
Postura
È spesso evidente il collegamento tra atteggiamento posturale e visione del mondo. La postura è il risultato dell’interazione tra cervello, organi sensoriali e stati emotivi ed è per questo che racchiude segreti e ricordi anche molto lontani della nostra infanzia. Le strutture muscolari-energetiche interagiscono con i vissuti emozionali. Osservate la postura di una persona allegra e positiva e confrontatela poi con quella di una persona triste e sfiduciata.
Una cattiva abitudine posturale crea disagio fisico che si riflette negativamente sul nostro umore, dando luogo a stanchezza eccessiva, mal di testa, irritabilità, scarsa motivazione, tensione nervosa, insonnia, digestione difficile, ansia. Si riflette anche sulla circolazione del sangue e del liquido linfatico. Insomma, un buon allineamento della colonna vertebrale riattiva i processi metabolici naturali, consentendo benessere psicofisico, fondamentale per la qualità della nostra vita. Tutti i tipi di tensioni che tratteniamo nel nostro corpo ci tolgono energia, è come se tenessimo una macchina in folle e il pedale sull’acceleratore. Sciogliere queste tensioni ti farà sentire più vitalità ed energia. E’ necessario un’attenzione costante alla nostra schiena perché facilmente cause fisiche ed emotive ci portano ad accumulare inutili tensioni e rigidità che hanno profonde ripercussione sullo stato di benessere fisico e mentale.
Nel nostro corpo quindi è presente la nostra storia e la schiena è elemento insostituibile di analisi, da proteggere e interrogare. Possiamo allora comprendere il motivo per cui la fisiologia indiana la pone al centro della propria ricerca, considerandola particolarmente importante nell’interazione tra corpo e mente.
Allineamento
Il primo obiettivo è quello di creare le condizioni affinché la colonna vertebrale sia diritta. In questa struttura così complessa quando noi parliamo di allineare la colonna vertebrale, è un’idea molto difficile da capire perché bisogna coinvolgere l’insieme della struttura, non si può allineare prima una parte e poi l’altra, bisogna agire nella sua globalità, quindi per allineare la colonna vertebrale bisogna operare un’azione complessa globale, dobbiamo costruire un movimento che possa agire simultaneamente sulle tre curve, riducendo l’intensità delle lordosi e della cifosi. Non si tratta di tirare solo fuori le spalle e tirar fuori il torace. Per riuscire a ridurre le curve vertebrali bisogna operare un’azione su due strutture, bacino e testa, una rotazione simultanea di bacino e testa. La colonna vertebrale non può diventare diritta, anche perché è quasi impossibile rendere la zona lombare e cervicale allineata perfettamente con la zona dorsale, ma quello che noi possiamo fare è allineare la schiena. Se considerate il bacino e la testa come due ruote, due argani, che hanno due assi uno longitudinale ed uno verticale con un centro nell’asse, per raddrizzare la colonna e ridurre le curve vertebrali bisogna fare due rotazioni simultanee in senso opposto delle due ruote. Questo produce sia un allineamento della colonna vertebrale, ma anche un altro effetto molto interessante: allontana le vertebre l’una dall’altra. Questo lavoro fatto tutti i giorni con molta costanza, mantiene la colonna vertebrale in ottima salute, proprio perché si producono simultaneamente queste due azioni. [1]
Noi stiamo in piedi grazie al coinvolgimento di due aree muscolari, i grandi e robusti muscoli lombari e i muscoli lungo del collo (che sono poi le due aree colpite dai dolori di schiena, torcicolli, contratture al collo o alla zona lombare). Col tempo questi muscoli che si tonificano e accorciano sempre di più, spingono la colonna vertebrale in avanti, queste curve, lombare e cervicale, si accentuano, aumentando di conseguenza la cifosi, perché se si accentua una lordosi si accentua anche la cifosi nella direzione opposta. Per contrastare questo processo è importante prendere coscienza della muscolatura lombare, dargli estensione e cercare di creare una muscolatura esattamente opposta, la muscolatura addominale che deve essere tonificata. Per attuare questa rotazione simultanea dobbiamo allungare e rilassare i muscoli della zona lombare e cervicale posteriore e tonificare di più la zona addominale e i muscoli anteriori del collo. Praticamente la lordosi lombare deve essere contenuta dalla tonicità dei muscoli addominali. I muscoli addominali devono essere curati e tonificati sistematicamente, tutti i giorni, è necessario preservare la muscolatura addominale da una perdita di tonicità, proprio per dare un assetto alla colonna vertebrale, che parte da questa tonicità muscolare, senza questo strumento non si può tenere la colonna vertebrale diritta.
Nella zona dorsale, ci sono dodici vertebre, è una zona che ha tendenza a rilassarsi, come la zona addominale, a perdere di tonicità, tanto che facciamo fatica a tenere sollevato il braccio, perché lavora molto la muscolatura del dorso. Non si tratta di eliminare le curve vertebrali, assolutamente no, ma si tratta di impedire che queste curve vertebrali si accentuino, cioè diventino sempre più ampie da creare dei problemi nella zona dorsale.
Quando i muscoli dorsali perdono tonicità, la colonna si incurva sempre di più e per sostenere questa parte qui mettiamo in atto delle contrazioni davanti. Siccome alla colonna dorsale sono collegate le costole accade che la gabbia toracica che dovrebbe essere mobile, molto elastica, perda anch’essa di mobilità e la respirazione risulta meno efficace, la respirazione toracica si riesce a fare sempre di meno; più si incurva la zona dorsale e più si ha fatica a respirare col torace e quindi si limita la respirazione addominale, a volte anche quella addominale viene inibita e quindi si respira solo con una respirazione molto superficiale.
Quindi il problema dell’assetto della colonna vertebrale è un problema fondamentale perché influenza anche la fisiologia della respirazione. Quindi al torace bisogna dare spazio e per dargli spazio bisogna che la colonna vertebrale mantenga un suo assetto.
Fisiologia energetica
Nella cosmologia Hindu la colonna vertebrale viene chiamata merudanda e il paragone sta ad indicare che come il monte Meru, dimora del dio Śiva, è l’asse del mondo, così la colonna vertebrale, la montagna sacra, sorregge il nostro corpo.
I testi tradizionali del tantrismo prevedono, alla pari del corpo fisico, l’esistenza di un’anatomia e di una fisiologia del corpo energetico, costituito da una fitta rete di canali sottili, nāḍī, nei quali il, il soffio vitale prevalentemente captato dal corpo attraverso il respiro, fluisce e viene distribuito nel corpo pranico. Il prāṇa è l’energia che ci mantiene in vita ed alimenta il piano fisico e il piano mentale; ci sono delle zone del corpo, dove l’energia è più concentrata, i cakra, veri e propri vortici di energia situati all’incrocio di diverse nāḍī. Lungo la colonna vertebrale si situano infatti, secondo la visione tantrica, cinque dei sette centri di energia, chiamati cakra. Per la loro posizione, questi centri corrispondono a zone del nostro corpo in cui sono situate importanti ghiandole endocrine deputate ad altrettanto importanti funzioni vitali. I cakra sono centri simbolici, al cui interno si muove un vortice di energia circolare. Possono essere paragonati a poli o a centraline elettriche da cui si diramano sottilissimi fili, le nāḍī, con il compito di trasmettere energia alle diverse parti del corpo. Lungo le nāḍī viene trasportato il prāṇa, vera e propria forza vitale, che raggiunge ogni punto, fibra o muscolo. I mūlādhāra principali sono disposti lungo la colonna vertebrale nei punti di congiunzione delle tre correnti praniche principali, ida, pingala e suṣumṇā nāḍī. Le tre nāḍī originano da mūlādhāra cakra, il cakra della base o della radice situato alla base della colonna vertebrale; Ida e Pingala formano una doppia elica che risale attorno a suṣumṇā, dal perineo fino alla sommità del cranio, trasportando le due polarità dell’energia negativa/femminile e positiva/maschile e terminano rispettivamente nella narice sinistra e nella narice destra.
[1] Bernadette de Gasquet, Addominali Fermiamo il massacro!, Ed. edi-ermes