Accessible Yoga è un movimento fondato da Jivana Heyman che si propone la diffusione dello Yoga indipendentemente dalle limitazioni fisiche, mentali, sociali.

Yoga Accessibile

Lo yoga è una disciplina inclusiva e accessibile a tutti. Tutti, indipendentemente dalle loro abilità o dalla propria storia personale, hanno diritto a un ugual accesso agli antichi insegnamenti dello Yoga, capaci di stimolare un processo di autoaffermazione e di presa di coscienza spirituale.

Accessible Yoga è un movimento fondato da Jivana Heyman che si propone la diffusione dello Yoga indipendentemente dalle limitazioni fisiche, mentali, sociali.

In questo corso si propone una pratica di Yoga extra-gentile, a supporto di mobilità limitate o inibite, o semplicemente dedicato a chi predilige una pratica dolce. Un lavoro fisico, respiratorio e mentale completo e consapevole da svolgersi nell’assetto preferito, che sia in piedi, sul tappetino, su una sedia, con l’ausilio di cuscini, cinte e coperte per rendere ogni posizione comoda e adatta alle proprie esigenze. Vi trovano beneficio varie condizioni

  • problematiche osteoarticolari (artriti, artrosi, scoliosi, mal di schiena osteoporosi, ecc.);
  • condizioni oncologiche;
  • problematiche neurologiche, (Parkinson, post ictus, paraplegia, sclerosi multipla ecc.);
  • sofferenze viscerali (respiratori, disturbi pelvici, gastrointestinali, malattie infiammatorie croniche intestinali, ecc.);
  • esigenze di supporto per la mente (sindromi ansiose e depressive, stati di stress, disagi psichici).

 

Messaggio augurale di Jivana, fondatore e direttore della Accessible Yoga Association

Carissima comunità dello Yoga Accessibile,

Qualcuno oggi mi ha chiesto qual è la cosa principale che gli insegnanti possono fare per rendere lo yoga accessibile. La mia risposta a questa domanda è che se solo praticassimo l’etica dello yoga, allora il nostro insegnamento diventerebbe automaticamente accessibile.

Anche se abbracciassimo i soli concetti di ahimsa (non violenza) e satya (veridicità), allora il nostro insegnamento sarebbe rivoluzionato. Per chi avesse poca esperienza, per evitare di causare danno, ci assicureremmo che tutti si sentissero i benvenuti nelle nostre classi, e questo significherebbe molto. Vorremmo anche insegnare in un modo focalizzato sulla condivisione del potere con i nostri allievi, così che abbiano libero arbitrio sul proprio corpo e sulla propria esperienza. Soprattutto, saremmo onesti riguardo alle sfide che affrontiamo e avremmo compassione per chi sta lottando.

Di per sé, ahimsa e satya hanno il potere di cambiare la vita; ma messi insieme creano una combinazione esplosiva che può manifestarsi anche nel cuore più indurito. E questa è la sfida: essere disposti a sentire profondamente. L’etica non riguarda solo il comportamento retto, ma anche l’essere onesti con i propri sentimenti e la propria sofferenza. Questo mi ricorda Ebinezer Scrooge, la cui trasformazione ha preso slancio dall’esperienza del dolore della propria vita: essere onesto con sè stesso. A partire da quella verità egli è stato in grado di sentire il dolore degli altri e la sua ritrovata compassione ha trasformato la sua vita e quella di coloro che lo circondavano. Questa è la mia preghiera per tutti noi. Apriamo i nostri cuori a noi stessi e alla nostra sofferenza, e lasciamo che l’auto-compassione si espanda verso l’esterno come un’onda che si increspa nell’oceano. Le pratiche yoga esistono per darci la forza di soffrire consapevolmente, non per evitare la sofferenza. Quando pratichiamo, acquisiamo resilienza, collegandoci a un luogo profondo dentro di noi che è solido e incrollabile.

  • MERCOLEDI H 11.00 / 12.15